L'inevitabile destino degli interrati
Cosa hanno in comune un taverna, un garage e una cantina? Un destino ineluttabile: l’infiltrazione.
Come si risolve il problema? Il problema è di difficile risoluzione. Forse sarebbe meglio, soprattutto in fase progettuale e costruttiva, conoscere come eliminarne le cause.
Esaminiamo assieme il caso tradizionale più tipico: il sistema di impermeabilizzazione del cemento delle fondazionicostituito da guaina + protezione anti danneggiamento (tipo fondalina o delta ms) – foto 1.
Il primo errore evidente è quello della posa: la guaina è stata “incollata” direttamente sul cemento armato, senza l’utilizzo di un ponte d’adesione, utile per fare aderire la guaina al calcestruzzo. Nel tempo lo spolvero del calcestruzzo può provocare il distacco della guaina dando vita ad una piccola infiltrazione destinata ad ingrandirsi. Questo problema si può presentare anche dopo pochi mesi dalla posa.
Ad aggravare la situazione può intervenire il rinterro dello scavo. Dalla foto 2, si può notare che per riempire lo scavo sono stati utilizzati ciottoli di tutti i tipi, in particolare materiale da demolizione (a cui bisognerebbe preferire la terra). Durante la fase di interramento la protezione si può lacerare e di conseguenza danneggiare la guaina bituminosa, dando il via al processo di infiltrazione d’acqua. Nella migliore delle ipotesi, se la protezione della guaina non si buca durante il rinterro, tale sistema di impermeabilizzazione inizia ad accusare i primi problemi di infiltrazioni dopo solo 10/15 anni.
Infine, tenendo conto dell’aspetto ecologico, il sistema di guaine è un derivato dal petrolio per cui negli anni esso rilascia residui che si depositano nel terreno e che finiscono in falda, inquinandola.
Un innovativo sistema per ovviare a queste problematiche è l’utilizzo di un impermeabilizzante per calcestruzzo come Evercrete Vetrofluid.
La foto 3 evidenzia come il sistema sostituisca le obsolete guaine e il rinterro dello scavo venga eseguito senza senza l’ausilio di protezioni sul muro. Il materiale inerte utilizzato per il rinterro (terra, ghiaia, ciottoli, sassi…) non può danneggiare Evercrete Vetrofluid in quanto il prodotto penetra dai 3 ai 4 cm all’interno del calcestruzzo.
Evercrete Vetrofluid non deriva dal petrolio, non ha decomposizione, blocca lo spolvero del calcestruzzo ed, essendo ecologico, non rilascia inquinanti che si possano disperdere nel terreno e contaminare l’acqua piovana o di falda.
Per cui abbiamo un’impermeabilizzazione completamente ecologica nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Evercrete-Vetrofluid è eterno: dura fin tanto che dura il calcestruzzo, ovvero fino a quando non viene demolita l’opera.
Infiltrazioni, addio!
Articolo molto interessante, dopo la sua lettura rimango disorientato,
confido che sono un addetto ai lavori.
Ma fino ad ora cosa ci è stato proposto dai produttori, anche quelli più blasonati?
Gli esecutori cosa hanno provocato con queste applicazioni?
Riflessioni?
Attendo le vs. per schiarirmi le idee.
Ciao Alberto, che dire? Fino ad ora ci sono state proposte tecnologie che stanno diventando obsolete. L’innovazione è sempre in evoluzione; tuttavia a volte è più difficile cambiare il modus operandi del settore che non lanciare sul mercato una nuova soluzione. Ma siamo qui apposta. Per divulgare conoscenza e per confrontarci con chiunque abbia voglia di dare la propria opinione o di esprimere la propria visione.
Buongiorno.
Ad oggi,
posso comunicare che son stati raggiunti ulteriori risultati positivi,
con piena soddisfazione di chi ha cavalcato questa nuova “sfida”.
Grazie e buon 2015.