La valutazione del fondo: un'azione imprescindibile

Prima di rivestire un pavimento o una superficie esistente è necessario procedere alla valutazione del fondo. Questa operazione non si dovrebbe limitare ad un’osservazione superficiale, ma dovrebbe indagare lo stato strutturale e i pregressi della pavimentazione. Da una buona valutazione si possono determinare gli interventi da realizzare per avere un rivestimento esente da problemi nel tempo. Qui di seguito sono elencate una serie di domande che ci si dovrebbe sempre ed invariabilmente porre per avere un quadro generale dello stato del supporto da rivestire.

Il calcestruzzo è strutturalmente sano?

Per prima cosa, bisogna assicurarsi che la superficie da rivestire sia strutturalmente sana. Nessun rivestimento stabilizza le strutture, per cui è necessario riparare le fessurazioni (per maggiori informazioni leggere l’articolo “Riparazione di crepe e fessurazioni“). Le fessure sono da riparare solo se riducono la resistenza, la rigidità o la durabilità della struttura ad un livello inaccettabile, o se la funzionalità della struttura è indebolita. Se la struttura è seriamente compromessa, bisognerebbe prendere in considerazione la rimozione e il rifacimento.

Esiste un rivestimento precedente?

Successivamente bisogna determinare se la superficie in calcestruzzo abbia già subito dei trattamenti. Se così fosse, qualsiasi trattamento come pitture, acrilici, antipolvere, grassi, oli, cere o altri contaminanti che ostacolano l’adesione devono essere completamente rimossi dalla superficie. Questo può essere fatto con una varietà di metodi: pallinatura, idrolavaggio, fresatura, lavaggio acido con neutralizzazione, levigatura. Bisogna solo stabilire quale tra i metodi elencati è il più appropriato per il lavoro che dovrete svolgere. 

E’ stato usato un antievaporante durante il getto?

Spesso è difficile stabilire se un agente stagionante è stato utilizzato durante il getto. Se si ha il modo di capirlo, sarà di grande beneficio nel lungo periodo. Gli agenti stagionanti  (ad esclusione di Evercrete Vetrofluid e Pavishield) contengono prodotti chimici e modificatori che possono portare al distacco del rivestimento, indipendentemente dal tipo di preparazione della superficie utilizzata. Fra i prodotti incriminati ci sono antievaporanti, indurenti chimici, disarmanti o additivi per ridurre o aumentare il contenuto d’aria o la lavorabilità. 

Sono presenti efflorescenze?

E’ importante osservare se esistono efflorescenze nell’area da trattare o nelle immediate vicinanze. L’efflorescenza è la polvere salina depositata in superficie che si forma quando i sali solubili risalgono nel pavimento tramite acqua/umidità che poi evapora. Questo è un indicatore di un problema di umidità e l’area deve essere trattata con Evercrete Pavishield o Vetrofluid.

Test per la trasmissione del vapore

Dimenticate termometri, igrometri, rilevatori di temperatura: sono in grado di rilevare l’umidità solo nel preciso istante in cui la misurate. Se esiste umidità di risalita potrebbe manifestarsi a distanza di tempo o in una stagione diversa dal momento in cui avete effettuato la rilevazione. La verifica dell’effettiva presenza di umidità si effettua sigillando a terra con del nastro adesivo un telo di nylon 1m x 1m; dopo 24 ore si valuta la presenza di umidità sotto il telo. Nel caso, sarà necessaria la completa apertura dei pori (pallinatura, scarificatura, acido) e il trattamento con abbondante Evercrete Pavishield. Dopo una settimana dal trattamento e prima di applicare il rivestimento questo test va ripetuto.

A volte il problema non è l’umidità, ma l’eccessivo assorbimento del pavimento. In questi casi si usa dire che il fondo ”soffia”, perché compaiono delle bollicine sul rivestimento cementizio. La soluzione richiede un po’ di pazienza: dopo il trattamento con Evercrete Pavishield bisogna aspettare 6-7 giorni, poi stendere una mano di Ercole, aspettare che asciughi completamente (2-3 giorni), poi effettuare la seconda mano. 

La superficie che deve essere rivestita è porosa?

Per concludere, si deve stabilire se il calcestruzzo è poroso. Tutte le superfici da rivestire con Ercole o con altri rivestimenti cementizi a basso spessore devono essere irruvidite per assicurare l’adeguata adesione fra il rivestimento e il sottofondo in calcestruzzo. I pavimenti elicotterati o lisciati non sono porosi e devono essere irruviditi. Per vedere se una superficie è porosa, è possibile versare dell’acqua in una piccola area di test. Se l’acqua viene assorbita, il calcestruzzo è poroso. Se l’acqua ristagna in superficie, deve essere irruvidita. Una superficie ruvida può essere ottenuta con vari metodi quali carteggiatura, levigatura, fresatura, pallinatura, sabbiatura o attacco acido con neutralizzazione. Non usare il lavaggio acido senza neutralizzarlo. La neutralizzazione è cruciale per evitare il deterioramento e l’erosione del calcestruzzo.