Il fenomeno del gelo e disgelo riguarda soprattutto le pavimentazioni esterne di quelle aree geografiche in cui la temperatura in inverno può scendere sotto i 0°C. Le zone più esposte non sono quelle perennemente fredde, ma quelle dove di notte la temperatura scende sotto lo zero, mentre di giorno sale al di sopra. E’ proprio in queste zone che si verificano i danni maggiori.
Il calcestruzzo in queste condizioni si dice esposto a cicli di gelo-disgelo. L’acqua/umidità, che di giorno è in forma liquida, di notte diventa ghiaccio all’interno del calcestruzzo. L’acqua che ghiaccia aumenta di volume a discapito della pasta cementizia circostante, provocando un’azione di erosione che porta allo scartellamento della parte superficiale del pavimento. Un espediente per conferire resistenza al calcestruzzo esposto a cicli di gelo-digelo è quello di usare un additivo aerante, cioè di inserire delle microbolle all’interno della pasta che possano “assorbire” la dilatazione dell’acqua che si trasforma in ghiaccio. Tale metodo però riduce la resistenza meccanica del conglomerato oltre ad essere uno dei principali imputati nel processo di scartellamento. Molto più efficace e pratico risulta rendere la superficie inassorbente e resistente all’attacco dei sali disgelanti. Di fondamentale importanza per la durabilità in ambienti sottoposti a cicli di gelo e disgelo è la corretta maturazione del getto e l’utilizzo di calcestruzzi di qualità a basso rapporto di acqua/cemento: se si evita che il calcestruzzo possa assorbire acqua/umidità si evita anche che possa “scoppiare” a causa dei cicli di gelo/disgelo.
Cosa fare per prevenire? Utilizzare la barriera al vapore, evitare l’aggiunta d’acqua in cantiere, stagionare e impermeabilizzare la superficie con Evercrete Pavishield.
Cosa fare per curare? Rimuovere lo strato corticale danneggiato impregnare con Evercrete Pavishield e ricostruire con Ercole.