Sfatiamo un mito: bio calcestruzzo, cementi eco, calce bio e simili non sono ecologici. O meglio: lo sono per la materia prima di cui sono composti ma non per il processo di fabbricazione e di lavorazione in cui sono coinvolti. Ad esempio, il componente di base del calcestruzzo, il cemento Portland, prevede l’estrazione delle materie prime (silicati, argille, ecc…) che vengono poi essiccate e frantumate per produrre il klinker con enorme dispendio di energia.
Sfortunatamente questo processo di fabbricazione richiede altissime temperature per essicare completamente i componenti che formeranno il cemento Portland, e l’unico modo per ottenerle è utilizzare combustibile fossile che produce grandi quantità di anidride carbonica, mediamente 222 kg di CO2 per ogni tonnellata di cemento prodotta (Annual Review of Energy and Environment, Vol 26, 2001).
Nella fabbricazione del calcestruzzo, oltre alla produzione del cemento, bisogna considerare l’aspetto dell’escavazione degli aggregati (se tondi vengono dagli alvei dei torrenti con danni sensibili al sistema idro-geologico), l’aspetto del trasporto, quello dell’abbondante utilizzo di acqua, quello dello smaltimento: tutti questi sono contributi negativi per l’ambiente.
Altra questione importante: senza calcestruzzo, non si costruisce, non si restaura, non si ripara.
Può quindi il calcestruzzo non propriamente ecologico diventare eco-sostenibile? Certo!
La chiave fondamentale è la durabilità, cioè il lasso di tempo in cui un’opera resta in servizio. Se a fronte di un impiego energetico e di una “impronta ecologica” così forte e d’impatto si ottenesse un’opera che dura centinaia di anni, allora il calcestruzzo diventerebbe l’unica alternativa sostenibile paragonata all’utilizzo del legno, della pietra (molto naturale ma che deve essere escavata, trasportata, ecc.) e altri materiali.
La soluzione eco-sostenibile quindi esiste: dal momento che i trattamenti protettivi lavorano per estendere il ciclo di vita del calcestruzzo, opponendosi a vari agenti degradanti e riducendo quindi significativamente l’esigenza di produrre nuovo calcestruzzo, devono essere tutti considerati come una famiglia di prodotti che aiutano l’ambiente. Se poi il trattamento – come nel caso dei prodotti Evercrete Vetrofluid e Pavishield – è completamente ecologico, allora la scelta va al completo rispetto dell’ambiente. La sfida moderna non è quindi quella di evitare l’utilizzo del calcestruzzo, ma quello di renderlo eco-sostenibile tramite oculate prescrizioni di durabilità e lungimiranza.