Arriva la primavera: è tempo di mettere le coperte al calcestruzzo.

Avete letto bene, con l’arrivo della primavera il calcestruzzo – in particolare quello delle pavimentazioni – ha bisogno di maggiori attenzioni per evitare il problema dello shock termico.
Sappiamo che:

“il calcestruzzo fresco deve essere protetto dal gelo, da temperature eccessivamente alte, dagli sbalzi termici, dall’evaporazione e perdita precoce di umidità per il periodo di tempo necessario a sviluppare adeguate caratteristiche e proprietà”.

Possiamo stabilire che c’è uno sbalzo termico sufficientemente pericoloso quando nell’arco di 12/24 ore misuriamo una differenza di temperatura ambientale di almeno 12°C. Per esempio quando di giorno ci sono 20°C mentre la notte scende a 4-5°C, come succede appunto in primavera (e in autunno) in molte zone di Italia.

rilievo delle temperature del calcestruzzo

Rilievo delle temperature su campioni di 1 metro cubi di calcestruzzo


Cosa succede al getto in calcestruzzo in questi casi? La superficie del getto si raffredda a causa della temperatura ambientale, mentre all’interno della colata il calcestruzzo resterà “caldo”, complice anche il calore di idratazione.
La maturazione del cemento dipende anche dalla temperatura, come tutte le reazioni chimiche, perciò se c’è una differenza di temperatura fra la parte interna del getto (che è protetta) e quella esterna (che è esposta allo sbalzo termico) allora ci sarà anche una differenza nello sviluppo delle resistenze meccaniche. Se questo differenziale supera la forza coesiva del calcestruzzo, che nei primi giorni dopo il getto è ancora bassissima, allora vedremo comparire sicuramente delle fessurazioni o crepe nella superficie del nostro pavimento.
fessure da ritiro termico

Ritiro causato da sbalzo termico del calcestruzzo


Va detto che il calcestruzzo fresco “scalda”, cioè sviluppa calore (cioè il processo di idratazione del cemento Portland è esotermico, per i più pignoli). Questo fenomeno diventa tanto più evidente quando il getto aumenta di spessore: se stiamo gettando una platea di 1 metro, la differenza fra la temperatura interna e quella esterna già potrebbe essere sufficiente a causare lo shock termico anche senza grosse variazioni di temperatura ambientale, mentre se stiamo applicando uno strato di 2 millimetri di Ercole l’effetto è del tutto trascurabile: in questo secondo caso la temperatura e le condizioni dell’ambiente sono di gran lunga predominanti.
grafico rilievo temperature del calcestruzzo

andamento delle temperature in un getto di calcestruzzo – Miscela normale (rosso) Miscela con Ecofiller di vetro (azzurro)

Cosa fare per proteggersi?

Il fenomeno della fessurazione da shock termico in genere è sempre ben accompagnato e amplificato dal ritiro igrometrico e plastico, a volte è molto attribuire la responsabilità ad uno solo dei meccanismi che provocano fessurazione.
Quindi:

  1. controllare la differenza fra la temperatura del sottofondo e quella ambientale. Un termometro laser costa come 3-4 mq di pavimento.
  2. fare sempre la stagionatura umida, utilizzando uno dei metodi previsti dai codici di buona pratica  (io prediligo l’applicazione di Evercrete Pavishield, ovviamente).
  3. Non utilizzare la canna dell’acqua direttamente sul pavimento: se applico acqua fredda sulla superficie, magari in piena estate, sono proprio io a causare lo shock termico!
  4. Nel caso di getti con spessore consistente utilizzare filler minerali per abbassare il calore di idratazione del getto
  5. eventualmente coprire il pavimento con materiali isolanti (cartoni, polistirene espanso, ecc…)